Da oggi a Palazzo Ducale di Mantova è possibile visitare un’ampia parte del percorso di visita – il cosiddetto Appartamento Ducale – completamente riallestita. Si tratta dell’ala di Corte Vecchia radicalmente rinnovata dal duca Vincenzo I Gonzaga nei primi anni del Seicento sotto la direzione del prefetto delle fabbriche Antonio Maria Viani. La costruzione di quelle che i documenti definiscono “stanze nove” contemplò il riadattamento della quattrocentesca “Domus Nova”, progettata dall’architetto toscano Luca Fancelli, l’addizione della grande Sala degli Arcieri e la costruzione di un loggione poi chiuso e divenuto, dal Settecento, l’attuale Galleria degli Specchi.
Rubens arrivò a Mantova nel 1600 al servizio del duca Vincenzo I Gonzaga. Durante il suo soggiorno cercò ogni occasione possibile per spostarsi, per studiare l’arte italiana, conoscere artisti e committenti e lavorare ben oltre i confini della clientela gonzaghesca. Il capolavoro mantovano di Rubens, nonché la sua opera più impegnativa, fu il trittico per la chiesa della Santissima Trinità, fortemente voluta dai Gonzaga. Al centro del presbiterio era collocata la grande tela raffigurante la Famiglia Gonzaga in adorazione della Santissima Trinità, affiancata sulla parete di sinistra dal Battesimo di Cristo e sulla destra dalla Trasfigurazione. Al tempo delle soppressioni ecclesiastiche in epoca napoleonica, due delle tre tele furono subito rimosse. Nel 1797 i francesi, appena entrati in città, portarono via la Trasfigurazione, che raggiunse Parigi e fu quindi destinata a Nancy, dove si trova ancora oggi (Musée des Beaux-Arts). Nel 1801, dopo la parentesi di dominio austriaco (1799-1801), la città fu nuovamente occupata dalle truppe napoleoniche e il Battesimo di Cristo fu rubato “da un soldato francese”: il dipinto è ora ad Anversa (Koninklijk Museum voor Schone Kunsten). La pala centrale rimase dunque a Mantova, nonostante un tentativo di furto e il taglio in due larghe fasce orizzontali, salvate insieme ad alcuni frammenti.
La Pala è una grande celebrazione dinastica della famiglia Gonzaga. Come sempre accade nel lavoro di Rubens, infinite idee e suggestioni vengono rielaborate in un linguaggio autonomo di straordinaria modernità. Ogni dettaglio della sua opera prende nuova vita e assume un significato diverso, rivitalizzato e integrato in una nuova forma, in un modo di dipingere che è allo stesso tempo la sintesi delle tendenze dell’arte italiana tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, ma anche qualcosa di assolutamente nuovo: il seme dello stile barocco. Quando arrivò a Mantova (1600) Rubens era un giovane artista molto promettente; quando lasciò l’Italia (1609) era un maestro affermato e sarebbe presto diventato una stella del barocco europeo.
Nell’Appartamento Ducale della reggia gonzaghesca sono esposte opere della collezione permanente del museo che spaziano dal tardo Cinquecento al Seicento inoltrato: gli ambienti, valorizzati da un nuovo allestimento museografico e illuminotecnico, sono descritti da un nuovo nucleo di pannelli di sala. Punto focale di questo rinnovato percorso è la Sala degli Arcieri, dove è esposta la Pala della Santissima Trinità, la cui vicenda verrà raccontata attraverso un apparato multimediale che contestualizza l’opera nel luogo per la quale fu concepita, oggi non più accessibile al pubblico. Un allestimento permanente che si pone come momento imprescindibile per la comprensione della fase mantovana del grande maestro della pittura barocca.
Per mostrare in maniera approfondita questi ambienti monumentali Palazzo Ducale organizza un servizio di visite accompagnate a cura del personale di accoglienza del museo attivo dal 14 ottobre fino al 30 dicembre 2023. Tutti i sabati – alle ore 9.30, 11.30, 14.30 e 16.30 – partiranno gruppi fino a 25 persone alla scoperta delle collezioni e degli aspetti più importanti delle grandi sale che compongono questa parte della reggia. Durante il percorso verranno illustrati aspetti della committenza del duca Vincenzo I che chiamò alla corte di Mantova importanti artisti dell’epoca, tra i quali il più celebre fu proprio il giovane Rubens. Il percorso di visita si snoda attraverso le Sale del Crogiolo, del Labirinto, di Giuditta, fino alla grande Sala degli Arcieri dove sono esposte anche altre importanti opere di Domenico Fetti e Antonio Maria Viani, oltre al bozzetto per il “Martirio di Sant’Orsola” dello stesso Rubens. Particolare attenzione verrà inoltre dedicata anche al nucleo di dipinti e sculture proveniente dalla reggia di Mirandola e trasferito a Palazzo Ducale nel 1716, ad opera di artisti come Sante Peranda, Andrea Baratta e Lorenzo Ottoni.
Alle visite, della durata di circa un’ora, ci si può iscrivere via telefono al 0376 352100 e partecipare con un titolo d’ingresso qualsiasi al museo (biglietto da €5 in su o abbonamento annuale). Il ritrovo è all’uscita dell’attuale percorso museale, in piazza Sordello 40 sotto i portici. I membri della Società per il Palazzo Ducale, presentando alla cassa la tessera dell’anno in corso, possono richiedere un biglietto gratuito per accedere alla reggia.